giovedì 25 agosto 2016

GIORNO 8 (25.08)

Oggi è l'ultima tappa pedalata, e ho ricevuto due regali preziosi, di quelli che fanno la differenza.
Ma andiamo con ordine.
La partenza dal campeggio va spedita, già dalla serata di ieri si è alzato un vento debole ma costante, che ha asciugato la tenda.
Esco da Molde in direzione nord lungo una strada molto frequentata, evito un tunnel girando attorno alla montagna.
Svolto per fare un giro più lungo di quanto abbia pianificato inizialmente. Le strade sono poco trafficate adesso, e comincio a vedere il mare, calette, isole, golfi e insenature. La temperatura si è abbassata rispetto a due giorni fa, faccio un pò fatica a trovare il giusto compromesso tra gli indumenti. Mentre son lì che ancora cerco di trovare un ragionevole compromesso sosto ad una caffetteria dall'aspetto vetusto, tutta in legno e popolata di radi  esseri plurisettantenni. Anche l'olezzo stantìo che impregna il locale, assieme ad un arredamento a tema venatorio con abbondanza di bestie impagliate contribuisce a donare al tutto un'atmosfera di una pesantezza indigeribile. Consumo in apnea una seconda colazione ed esco in fretta a respirare nuovamente.
Comincio a seguire i cartelli marroni della pista ciclabile Eurovelo nr. 1, quella che compie il periplo del Mare del Nord.








































Il tempo si è nuovamente chiuso, ma non piove e non tira vento. Attraverso un paesaggio rurale, con fattorie, campi coltivati e piccoli borghi, che senza soluzione di continuità si affaccia direttamente sul mare. Scarsissimo traffico. Giunto a Bud si apre finalmente l'orizzonte sull'Oceano Atlantico. Il panorama si fa decisamente intrigante, e a soffrirne immediatamente è la mia percorrenza media. Per scattare le foto infatti procedo assai lentamente. Sul cocuzzolo che domina l'abitato visito i resti della batteria antiaerea tedesca risalente alla II GM.






































Proseguo verso est lungo una pista sterrata attrezzata a passeggiata lungomare, ma che si inoltra tra le dune con saliscendi anche molto impegnativi, tra affioramenti di roccia e macchia nordica.
































Riprendo l'asfalto, e dopo un paio di ore abbondanti giungo finalmente alla celeberrima (e da me tanto temuta) Strada Atlantica, la Atlantic Route, la Atlanterhavsveien. Il tempo regge, ci sono nubi basse ma addirittura ho il vento alle spalle.
Qui sta il primo regalo della giornata: riesco ad attraversare uno dei punti più esposti agli elementi, e maggiormente soggetto a maltempo e vento forte, in condizioni pressoché ideali. Basti pensare a quel che mi ha raccontato la coppia di cicloviaggiatori rumeni incontrati a Geiranger, che qualche giorno prima aveva percorso questo stesso tratto (ma in senso contrario) imbattendosi in condizioni proibitive.
La zona è affollata di turisti e pescatori, dai numerosi ponticelli è possibile calare le lenze per intercettare i pesci in transito da e per il mare aperto, sfruttando una fortissima corrente.
Scalo il caratteristico quanto ripidissimo ponte, e poi i suoi fratelli minori, in un'atmosfera incantevole.












































Torno sulla terraferma, e reiniziano i saliscendi continui. Sosta al supermercato per una spesa veloce, poi mi dirigo al campeggio, attraversando il ponticello carrabile che accede all'isola di Ekkilsøya. Qui trovo una delle più grandi sorprese della mia esistenza sinora: il campeggio sorge in un caratteristico borgo di pescatori, tuttora in attività, col porticciolo riparato da un promontorio a nordest dell'isola, dove lo stretto si apre verso il mare aperto. Al centro della minuscola località torreggia una vecchia casa parzialmente edificata su palafitta, in cui trovo la reception.

































Mi presento, e subito il titolare, un omone gigantesco che mi accoglie freddamente, mi fa capire di avere toppato: quello è un itticampeggio riservato ai camperisti, che vengono per trascorrere le proprie ferie pescando in barca ma dormendo sul proprio caravan. Il posto non dispone quindi di piazzole per tende. Siccome ho fame e sono stanco, decido innanzitutto di mangiare e chiedo l'uso della cucina. Mi viene concesso di accedere in casa, che scopro essere l'abitazione storica della famiglia dei proprietari, titolari anche di un'azienda ittica, di una flotta di pescherecci e dell'itticampeggio ricavato dalle pertinenze della proprietà. L'ultimo piano della casa è adibito a museo, ma anche i rimanenti  locali sfoggiano una miriade di oggetti ricordo della illustrissima storia marinara della famiglia. Anche gli arredi interni sono ricavati dal mobilio nautico dei pescherecci del passato. 























































All'interno dell'abitazione osservo un intenso viavai di pescatori in tenuta regolamentare: berretto di lana, barba lunga, maglione pesante e salopette di tela cerata. La casa funge anche da base di armamento per la flotta di pescherecci, e gli equipaggi stanno approntando le imbarcazioni per l'imminente uscita notturna. Ascolto con attenzione le conversazioni tra loro, quel tanto che mi basta per afferrare che non stanno parlando in norvegese. Chiedo lumi al proprietario, che mi racconta che la famiglia è originaria della Germania, da dove partì nel XVII secolo, conservando per tutto questo tempo l'idioma originario, ancora risalente a quell'epoca (mi domando quanto strano possa suonare alle orecchie di un tedesco di oggi, un pò come sentire qualcuno parlare come Galileo Galilei). Mentre sto rassettando, guardando fuori dalla finestra mi viene in mente la temperatura esterna, e domando se sia possibile dormire dentro casa, magari nella sala da pranzo. Qui arriva il secondo regalo di questa ricchissima giornata: dopo avermi fatto notare che tra una sistemazione interna ed una esterna c'è una differenza di prezzo, il  signore bonariamente acconsente ad ospitarmi in casa senza altre spese, tanto è solo per una notte, dice. Quale giaciglio per la notte eleggo una panca imbottita che chissà quante notti di tempesta in mare aperto ha vissuto. Spero solo che stanotte, con tutto questo arredamento nautico, non mi venga il mal di mare per la suggestione.




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