La bicicletta dei miei viaggi, quella che mi ha portato un pò ovunque io abbia voluto negli ultimi anni, è l'indistruttibile Cannondale BadBoy, edizione 2012.
Il suo solido telaio in alluminio con geometria sloping e carro posteriore lungo non la rende esattamente leggerissima (viaggia attorno ai 11 kg), ma ne ho constatato la stabilità, robustezza e la sicurezza che ne deriva.
Originariamente nasce come un oggetto ibrido, stranissimo, una delle prime "urban bikes" apparse sul mercato, con piega orizzontale da MTB e V-Brakes. La scelsi fondamentalmente perchè presentava alcune fantastiche caratteristiche: le predisposizioni per il portapacchi, le predisposizioni postmount per i freni a disco e una forcella con sezioni oversize (la famosa Cannondale Fatty):
Con l'uso della bici per il mio pendolarismo giornaliero da casa a lavoro, però, ho cominciato a conoscermi meglio e sviluppare sensibilità diverse circa la postura in sella, le geometrie, la presa del manubrio, le esigenze di frenata sul bagnato.
Grazie ai ragazzi della Stazione delle Biciclette di San Donato Milanese ho quindi provveduto a rivoluzionare il mezzo:
- ho sostituito i V-Brakes Tektro con i freni a disco Avid BB7 Road, rigorosamente meccanici (ti sfido a risolvere un'avaria ai freni idraulici se ti trovi nel bel mezzo del nulla);
- ho sostituito la piega orizzontale Cannondale C2 con una da strada compact della Deda Elementi, per poter sfruttare anche la presa bassa e i suoi vantaggi in termini di aerodinamica e applicazione dello sforzo sui pedali;
- ho sostituito l'attacco Cannondale C3 con un Cinelli Ant 84°/96° per 60 mm; accorciando la postura ne ho ricavato maggiore comodità in tutte e tre le prese (orizzontale, alle leve e presa bassa);
- ho sostituito il tubo reggisella Cannondale C2 ad arretramento 40 mm con uno ad arretramento nullo (stessa considerazione del punto precedente);
- ho sostituito i comandi al manubrio con le leve integrate da strada Shimano Claris da 8 velocità; cambio e deragliatore invece sono rimasti quelli originali Shimano Acera;
- ho sostituito le ruote Cannondale C2 con due cerchi Ambrosio Pulse Disk da 26", montati con mozzi The P.O.G., raggi inox e dischi Avid da 160 mm, più pacco pignoni Shimano 11-32. Coi freni a disco, sei sicuro di fermarti in uno spazio ragionevole anche a pieno carico, sullo sterrato e sul bagnato. Come copertura ho trovato uno splendido compromesso con l'Hutchinson Toro 26x2.15
Come accessoristica ovviamente completano il tutto i doppi portaborraccia.
Questo è l'assetto con cui ho percorso, a pieno carico o meno, in viaggio o pendolando per andare a lavoro, circa 10000 km, forse qualcosina di più. Essendo ben collaudato, penso possa essere valido anche per questo nuovo viaggio.
Ultimamente ho anche fatto preparare anche una coppia di cerchi DT Swiss 699 da 700, montati disco, pacco pignoni 11-28, raggi inox e stessi mozzi The P.O.G., con copertura Continental SportContact da 28mm, che posso alternare con le precedenti nei giorni di beltempo.
Il risultato finale, nella mia umile opinione, teme pochissimi confronti per affrontare praticamente tutto.
Ma c'è un però.
Fino ad ora, nei miei viaggi, ho sempre affrontato tracciati misti, per i quali le coperture erano perfette.
Questa volta in Norvegia, invece, il percorso sarà interamente su strade asfaltate.
Vi rivolgo pertanto il seguente SONDAGGIONE per aiutarmi a decidere:
SOLUZIONE A:
la soluzione già collaudata 26x2.15, che sarebbe valida anche in caso di maltempo, con un leggero effetto ammortizzante data la generosa sezione pneumatica,
oppure
SOLUZIONE B:
sperimentare un viaggio (mai fatto prima) con i cerchi da 700 (a.k.a. 28"), magari con una copertura da 28mm un pò aggressiva con scolpitura gravel?
Ai lettori l'ardua sentenza.
(Ovvero fatemi sapere che ne pensate, nello spazio commenti qui sotto, aiutatemi!!!!!)