domenica 28 agosto 2016

GIORNO 10 (27.08)

Come previsto, arrivo Oslo senza avere chiuso occhio o quasi.
Raccolgo bici e borse, e dopo una colazione mediamente disgustosa prendo la via per il camping. Rimango estasiato dalla totale assenza di nubi i cielo, un fatto che qui (quando accade) si tramuta automaticamente in un cielo di un azzurro fenomenale. Salgo la collina dell'Ekeberg e stabilisco l'accampamento. Passo praticamente la maggior parte della giornata tra la tenda e il locale lavanderia, dove tra un pisolo e l'altro dò una  bella lavata a tutto quanto. Nel pomeriggio mi arriva la conferma dell'invito a cena a casa del mio amico Jan. Giusto il tempo di fare un salto al market per procurarmi due bottiglie di rosè. Il mio amico Eirik passa a prendermi in auto e mi porta a fare un ampio giro sulle colline a ovest, con vista spettacolare sulla città, e al trampolino del salto con gli sci.
È ora di cena, arriviamo a casa di Jan. Una bella casetta a due piani in legno con giardino posteriore, arredata con quel gusto nordico che IKEA ha propagandato in tutto il mondo.
La serata passa in modo piacevolissimo, parlando (tanto) mangiando (tantissimo) e bevendo (fuori scala).
Il figlio ci delizia con le proprie abilità musicali alla chitarra, ed il freschetto serale comincia a scendere.
Riesco a sottrarmi in tempo alla spirale sempre più vertiginosa dei bicchieri che si svuotano di vino, birra e grappe di varie qualità, aromi e gradazioni.
Mi riaccompagna al camping Eirik, che non ha toccato alcool per tutta la serata.
Neppure il tempo di stendermi, e la mia giornata di trentasei ore può finalmente terminare.

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